C’era una volta una mamma di nome Sara e suo figlio Mario, che amavano passare il tempo insieme esplorando la natura. Un giorno, decisero di fare una passeggiata nel bosco per raccogliere funghi, una delle loro attività preferite. Armati di cestini e con occhi attenti, si incamminarono lungo un sentiero che serpeggiava tra gli alberi.
Il sole filtrava attraverso le foglie creando giochi di luce, e il bosco era avvolto da un’atmosfera magica. Mentre camminavano, Mario notò un vecchietto simpatico seduto su un tronco. Aveva una lunga barba bianca, occhi scintillanti e indossava un cappello di paglia decorato con fiori di campo.

“Buongiorno!” salutò il vecchietto con un sorriso caloroso. “State cercando funghi, vero?”
Sara e Mario annuirono, affascinati dall’aria gentile e misteriosa dell’uomo.
“Ho qui dei frutti speciali per voi,” disse il vecchietto, porgendo loro delle bacche lucide e profumate. “Mangiatene un paio, vi porteranno fortuna!”
Senza esitazione, Sara e Mario assaggiarono i frutti, che erano dolcissimi. Ma subito dopo averli inghiottiti, sentirono il mondo attorno a loro diventare sempre più grande. Si guardarono e si accorsero di essere diventati minuscoli, piccoli come formiche!
Prima che potessero capire cosa stesse succedendo, il terreno sotto di loro si aprì come per magia, e si ritrovarono in un mondo sotterraneo, tra intricate reti di filamenti luminosi che pulsavano di vita propria.

“Benvenuti nel regno del Micelio!” esclamò una voce dolce e melodiosa. Davanti a loro apparve una creatura composta interamente da filamenti sottili, con un bagliore caldo che emanava da tutto il suo corpo. “Io sono il Micelio dell’Amanita caesarea, ma voi mi conoscete come Ovolo buono.”
Sara e Mario erano stupefatti. “Non sapevamo che i funghi avessero un mondo tutto loro sotto il terreno!” esclamò Mario.
“Il fungo che voi raccogliete è solo il nostro frutto,” spiegò il Micelio. “Noi viviamo sottoterra e la nostra rete collega tutti gli alberi e le piante del bosco. Siamo i custodi della vita!”
Il Micelio li guidò attraverso il suo regno, dove incontrarono altre creature simili. Il Micelio del Boletus edulis, noto a loro come Porcino, si presentò con un tono burbero ma affettuoso, raccontando loro di come aiuta le piante a crescere forti e sane.
Ma non tutti i miceli erano così amichevoli. Quando incontrarono il Micelio dell’Amanita phalloides, Mario sentì un brivido di paura. Tuttavia, il micelio letale li rassicurò: “Anche noi abbiamo il nostro ruolo nel bosco. Aiutiamo a mantenere l’equilibrio, anche se per voi possiamo sembrare pericolosi.”

Infine, Sara e Mario furono condotti dai Miceli degli “spazzini del bosco”, funghi che si nutrono di materia organica morta, trasformandola in humus ricco e fertile. “Senza di noi, il bosco non potrebbe prosperare,” disse uno di loro con un tono orgoglioso. “Rendiamo possibile la vita rinnovandola continuamente.”
Dopo aver conosciuto tutti quei miceli straordinari, Sara e Mario si sentirono pieni di meraviglia e gratitudine. Ringraziarono i loro nuovi amici per averli accolti e insegnato loro tanto sull’importanza dei funghi per l’ecosistema.
Improvvisamente, si ritrovarono di nuovo nel bosco, nella loro dimensione normale. Il sole stava calando, tingendo il cielo di arancione. Sara e Mario si guardarono, chiedendosi se ciò che avevano vissuto fosse stato un sogno o realtà.
“Che avventura incredibile!” esclamò Mario, stringendo la mano della mamma.
“Sì,” rispose Sara sorridendo, “ma ora è tempo di tornare a casa.”

E così, con i cuori colmi di felicità e i cestini pieni di funghi, Sara e Mario si incamminarono verso casa, sapendo che il bosco nascondeva ancora molti segreti pronti a essere scoperti.

Stephen Rye